giovedì 27 gennaio 2011

FRENI A SECCHIELLO

I “secchielli” semplicemente sono un mezzo indispensabile per assicurare su vie di più tiri e alpinistiche. Andiamo quindi ad analizzarne le caratteristiche principali e il metodo di funzionamento così da poter compiere una scelta del modello più adeguato al nostro uso e alle nostre caratteristiche e adottare così un comportamento più consono a sfruttare le potenzialità di questa tipologia di freno.
Pur essendo di per se semplici, i freni a secchiello si sono ultimamente moltiplicati al punto che nel mercato alcune compagnie hanno in catalogo anche tre modelli di freno all’aspetto molto simili seppur con caratteristiche differenti. Questo fatto dovrebbe far riflettere sulle molteplici variabili che intervengono nel loro funzionamento e che ne modificano l’azione frenante. Essendo appunto freni si può facilmente intuire che alla base del principio di funzionamento vi sia una dissipazione dell’energia cinetica di caduta tramite lo sviluppo di una forza di attrito causata dallo scorrimento tra la corda i bordi del secchiello e il moschettone con una conseguente produzione di calore. Fin qui si ha un effetto comune in tutti i modelli, ben differente invece può essere il metodo di produrre questo attrito sulla base delle differenti geometrie dell’attrezzo.
Innanzi tutto il secchiello ci piace così tanto perché è l’unico sistema ad oggi che permette la gestione indipendente delle due corde per assicurare il primo di cordata. L’utilizzo del mezzo barcaiolo su due moschettoni distinti è vivamente sconsigliato vista la difficoltà che si ha nel gestire le corde separatamente, mentre passare le due corde insieme può usurare anche marcatamente le calze esterne a causa dei differenti scorrimenti che si hanno durante una caduta. Inoltre il secchiello, a seconda del comportamento dell’assicuratore, può produrre forze frenanti su un vasto range, da 100 daN a quasi 1000 daN così da permettere sia un’efficace azione dinamica che una frenata più immediata e statica a seconda delle necessità richieste da parte del terreno su cui si stia progredendo.
È importante qui ricordare come nella maggior parte delle situazioni sia opportuno prediligere una frenata più dolce con maggior scorrimento per evitare concentrazioni di forze sull’ultima protezione e traumi da impatto al primo di cordata. Altre situazioni impongono invece di poter accorciare il più possibile la caduta per evitare ad esempio cenge o ostacoli. Diventa quindi necessario poter variare l’azione frenante e soprattutto aver confidenza con lo strumento scelto e conoscerlo alla perfezione.
  • Caratteristiche

Freno a secchiello ()
Le caratteristiche geometriche che intervengono nell’azione frenante concorrendo nella produzione di attrito sono principalmente tre. L’angolo con cui la corda entra ed esce negli occhielli (FIG1), gli angoli con cui la corda scorre intorno al moschettone (FIG2) e infine la presenza di fessure in entrata della corda che aumentano l’attrito (FIG3). Per quanto riguarda la prima caratteristica angoli più acuti, ottenuti distanziando maggiormente il bordo dall’asse del moschettone, creano un maggior attrito riducendo lo scorrimento. Ed è proprio variando la direzione di ingresso della corda che l’assicuratore controlla la decelerazione. Alcuni modelli poi dispongono di bordi sagomati in maniera da far variare questi angoli a seconda del verso in cui si inserisce la corda . Questo risulta già una primo fattore di variabilità che consente all’assicuratore di adattarsi ai diametri delle corde e al peso del primo di cordata. Infatti le corde che si possono comprare oggi hanno diametri profondamente differenti, si parte dalle singole da 10.5mm a mezze corde e gemelle che infrangono il muro degli 8mm. È quindi importante che il secchiello si adatti o a un’ampia gamma di diametri o all’uso specifico che ne vuole fare l’acquirente. Questa indicazione è fornita dal produttore e indicata sulle etichette. Capita poi spesso che siano indicati due range di diametro per un utilizzo con corde singole e con mezze corde.
È curioso che esista anche un limite superiore per le mezze corde. Mentre infatti è evidente come con una singola, riducendo il diametro diminuisca anche la forza frenante si fa invece meno attenzione al fatto che con due corde i diametri siano limitati verso l’alto per la ragione opposta, quella cioè di creare una frenata troppo rapida con un aumento della forza di arresto sul primo e sull’ultima protezione.
A proposito del secondo aspetto invece va aperta una parentesi sulle tipologie di moschettoni da utilizzare. Più un moschettone e simmetrico e largo nella zona di scorrimento della corda meglio è. Normalmente quindi, a eccezione di particolari indicazioni del produttore, sono consigliati moschettoni HMS a base larga e ovviamente ghiera. Questo in quanto la simmetricità e la larghezza della base servono a impedire sfregamenti e sovrapposizioni tra le due corde, riducendone l’usura e il riscaldamento. Gli HMS inoltre hanno una sezione per lo più circolare e larga che riduce lo schiacciamento della corda e crea un angolo meno acuto e così più facilmente gestibile. È infatti importante che il passaggio intorno al moschettone sia per lo più fluido per evitare che nel dare corda al primo questa si blocchi.
La presenza di fessure sul bordo di entrata, invece, si è dimostrata una soluzione particolarmente vincente. La scanalatura permette una facile dosatura dell’azione frenante semplicemente variando l’angolo di ingresso della corda tenuta in mano. Infatti, aumentando l’angolo, la corda tende a non  bloccarsi nella fessura. Chiudendo lentamente questo angolo durante la caduta si va ad aumentare gradualmente la forza frenante grazie al maggior attrito sviluppato nelle pareti della scanalatura con una conseguente dolce decelerazione.
Vi è infine una quarta caratteristica importante, cioè lo schiacciamento della corda. Tra i due occhielli infatti si può avere ho una depressione in cui il moschettone a ghiera tende a infilarsi e andando a comprimere così la corda contro i bordi del cilindro o, come nella maggior parte dei casi, una sorta di flangia che permette di mantenere una distanza minima tra moschettone e bordi riducendo appunto lo schiacciamento. Una riduzione dello schiacciamento apporta un maggior controllo ma richiede che la forza frenante massima possa essere incrementata agendo sulle altre caratteristiche sopraelencate.
Queste sopraelencate sono le caratteristiche che concorrono nel progetto di un secchiello. Alla base di un’efficace azione resta comunque sempre la capacità dell’uomo che deve il più possibile conoscere alla perfezione l’attrezzo utilizzato e il comportamento da tenere nelle differenti situazioni per poi riuscire a mettere in pratica la “teoria”. Sarebbe più che altro opportuno poter esercitarsi nella trattenuta delle cadute, magari sotto la guida di esperti o professionisti utilizzando sempre lo stesso strumento. Un buon esercizio e alla base di un corretto comportamento nelle situazioni limite e sicuramente molti incidenti sarebbero evitati se si iniziasse a lavorare sistematicamente su questi aspetti-